14/02/2022, Casa dei miei
Oggi vi vorrei spiegare perché da trader sono diventato un investitore, una scelta forse in controtendenza con quanto sponsorizzato oggigiorno in cui tutti si improvvisano trader multimilionari con un portatile ed un drink a bordo piscina. La mia esperienza mi ha permesso di toccare dal vivo le criticità dell'essere un trader. Come spesso accade, tutto ci viene sempre servito in modo meravigliosamente facile, ma solo con l'esperienza si maturano gli aspetti negativi ed oscuri che spesso non ci vengono mostrati e dobbiamo noi stessi scoprirli a nostre spese. Quindi oggi vi mostro i tre principali motivi che mi hanno spinto a cambiare il mio punto di vista.
Le tasse
Partiamo già in pieno con una delle motivazioni più importanti che mi hanno fatto cambiare questa strada. Se ti dicessi che puoi investire nello stesso titolo che fingiamo cresca linearmente del 10% annuo, preferiresti essere un investitore o un trader? Eccovi una tabella che prova a farvi capire direttamente con i numeri:
Come potete vedere, dopo il primo anno con entrambi i modi di operare con un investimento iniziale di 10.000€ ne avremo guadagnato ben 1.000€. Il trader, rispetto l'investitore, apre e chiude spesso le sue posizioni mentre il secondo no. Questo significa che il trader dovrà pagare le tasse in quanto ha realizzato un profitto. L'investitore attualmente ha solo un ipotetico profitto e finché non si realizzerà non pagherà nulla. Dopo 10 anni (come potete vedere in fondo alla tabella), il trader, con gli stessi sforzi dell'investitore ha generato ben 14.000€ lordi mentre l'investitore, ne avrà guadagnati quasi 16.000€, ben 2.000€ lordi per non aver mai dovuto comprare e vendere i propri titoli. Tolte le tasse diventano circa 1.500€ NETTI. Quindi ha guadagnato il 13,20% in più senza alcun sforzo aggiuntivo. La situazione dopo ulteriori 10 anni diventa ancora migliore per l'investitore: Mentre il trader ha realizzato quasi 43.000€ lordi, l'investitore ha realizzato oltre 57.000€ lordi. Tolte le tasse, quindi al netto, il trader ha realizzato circa 31.500€, mentre l'investitore quasi 43.000€. Quindi, con le tasse già pagate l'investitore senza far nulla ha realizzato circa 11.500€ in più del trader. Quindi l'aver scelto la strada del diventare investitore in un ventennio fa migliorare i propri risultati del 33,70% ma questi numeri non sono nulla riguardo a quello che vi dirò ora. L'investitore, nel nostro esempio, a fine anno ha guadagnato sempre il 10%, punto. Il trader acquistando e vendendo il proprio titolo molto spesso acquisterà e venderà con profitti e perdite. Quello che vorrei far capire è che se il titolo, senza aver subito perdite, dopo la prima compravendita ha guadagnato il 10%, magari nella seconda ne ha perso il 10%. Basterebbe che nella terza il titolo abbia guadagnato il 10% e le tasse che il trader dovrà pagare saranno già il doppio di quanto avevamo ipotizzato prima. Quindi le differenze in percentuale che vi ho indicato, potrebbero essere ben più alte. Quindi l'investitore può scegliere in un ventennio di guadagnare almeno il 33% più di un trader oppure, guadagnare lo stesso optando in titoli più stabili e sicuri, senza dover fare acrobazie finanziarie, dopotutto se realizzasse profitti del 33% inferiori al trader, grazie al nostro sistema di tassazione, guadagnerà esattamente lo stesso. Ora provate a rileggere questo capitolo del post sostituendo la parola "titolo" con "mercato" e tutto magicamente prenderà forma attorno a voi. Un trader fa sempre mille acrobazie per sfruttare l'onda momentanea o scommessa del mercato, mentre l'investitore normalmente o compra il mercato (con gli indici) o pochi titoli che dopo uno studio approfondito, ha fornito a lui il risultato di un'elevata performance nel lungo periodo. Già questo punto sarebbe sufficiente per me per propendere i propri investimenti da investitore e non più da trader, ma vediamo anche gli altri due motivi che mi hanno spinto a questa scelta.
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Gli orari
Il trader è un lavoro attivo |
Un altro importante motivo che mi ha fatto propendere al trasformarmi da trader ad investitore è proprio la tempistica. Purtroppo devo ancora tenere un lavoro a tempo pieno per qualche anno e i mercati, per poter operare da trader, devono essere seguiti attentamente in tempo reale o quasi. Mi sono ritrovato spesso in pausa pranzo (per il mercato europeo) o appena finita la giornata lavorativa (per il mercato americano) a dover seguire il mercato e lavorare da trader. Quindi altro lavoro che si aggiunge. Premetto che come già accennato qualche post fa, ho sviluppato un mio metodo personale per investire con successo e senza mettere in campo l'emozione che possa battere sistematicamente il mercato e attualmente la cosa mi impiega solo 30 minuti al mese, una volta al mese. Con questo non vuol dire che non ceda al vizio di controllare l'andamento durante il mese, ma è più un'abitudine che vorrei togliere nei prossimi mesi in quanto è proprio uno sfizio e una piacevole perdita di tempo al momento. Operativamente non faccio nulla e controllo le informazioni non per prendere delle decisioni ma per pura informazione e curiosità sull'andamento dei vari titoli e mercati
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I costi
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Considerazioni
Avrei ancora altre motivazioni da aggiungere, ma un post dopotutto non è un libro e spero di avervi dato un imprinting sul perché anche se avevo iniziato da trader, per guadagnarci di più sono diventato un investitore. Una figura messa in secondo piano e un po snobbata da quella del trader oggigiorno. Personalmente sono soddisfatto di aver rispolverato questa professione e di esserne un sostenitore. Vi ho voluto indicare le tre motivazioni più forti che hanno provocato in me questo cambiamento e vorrei ricordarvi che non ho mai visto nessuno che realmente lavora con i mercati sotto il sole a bordo piscina con un portatile: ci si accieca e ci si stanca! (provare per credere).
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