Vivere ad impatto zero Parte 2

30/10/2023, Appartamento mio

Vivere ad impatto zero Parte 2

Come non emettere emissioni
Dopo l'articolo pubblicato la settimana scorsa, in cui calcolavamo quanta CO2 emettiamo ogni anno, proseguiamo questo nostro viaggio ad impatto zero per capire proprio come poter non emettere CO2. Dopotutto, c'è qualcosa di irresistibilmente affascinante nell'idea di vivere ad impatto zero. Chi di noi non vorrebbe scivolare leggermente sul pianeta, lasciando dietro di se una traccia impercettibile? Questa è la sfida, la promessa, il sogno che ci spinge a cercare modi per vivere in armonia con la terra, preservando la bellezza e la vitalità del nostro mondo per noi e le generazioni future. Vediamo quindi come possiamo fare a non impattare negativamente.

Prima di partire, se ti sei perso la prima parte....leggi qui: Vivere ad impatto zero Parte 1

Quanto inquiniamo in un anno?
Nello scorso articolo, avevamo calcolato che emettiamo circa 920kg di CO2 nell'ambiente in un anno tra, energia elettrica, legna da ardere bruciata per riscaldarci e poco più. Ricordo che questo è un esercizio di pensiero, non è la mia vita reale, anche se in alcuni punti si sovrappone. Per esempio, sebbene abbia calcolato quanto inquino andando a lavoro in bicicletta, non ho considerato che qualche giorno all'anno, quando piove, la macchina la uso per andare a lavoro. Oppure, ho considerato che la nostra dieta vegetariana derivi praticamente dal nostro orto. Nella realtà dei fatti ad oggi non ho un orto, anche se qualcosina mangiamo dagli orti dei nostri genitori. Quindi tutte queste considerazioni, sono un'idea di come si potrebbe essere maggiormente green ma con un piglio realistico al tutto e pertanto, facilmente realizzabile da ognuno di noi con un investimento non immenso e alla portata di quasi tutti. Nelle nostre considerazioni successive infatti, penserò come trattenere 1000kg di CO2 all'anno, per fare qualche conto un po' più tondo.


Come decrementare la CO2
Una fila di pioppi
La mia idea è semplice, anche se necessita di un investimento: comprare un terreno agricolo. Dalle mie zone, un campo abbastanza grande, costa circa 20 o 30 mila €, non noccioline certo, ma qui potremo ottenere 50mq di orto che ci servono, creare un sistema di 4mq per raccogliere l'acqua piovana ma, soprattutto, ricreare un bosco. Le piante aiutano a generare ossigeno e trattenere la CO2 nelle proprie radici. Perché non prendere un pezzo di bosco allora che costa anche meno? Per il semplice motivo che li le piante già ci sono. Noi vogliamo trattenere più CO2 rispetto a prima, e con piante già esistenti non risolveremo il problema. Purtroppo per noi, dobbiamo essere parte attiva di questo processo. Idealmente parlando, inoltre, con il nostro nuovo stile di vita più vegetariano necessiteremo di meno campi coltivati per dar da mangiare alle bestie (oltre che meno campi occupati per l'allevamento) e pertanto potremo rimboschire diversi campi che diverrebbero abbandonati.


Quali alberi
In base a dove vivo io, mi concentrerei più per pioppi e faggi. I primi perché si sviluppano velocemente ed in soli 4 o 5 anni riescono già a trattenere dai 48 ai 70kg di CO2 all'anno. Però i pioppi una volta adulti, possono trasformarsi in non più di 350kg di legna da ardere. Invece, un faggio adulto, sebbene riesca a trattenere solo 20 o 30kg di CO2 all'anno, da adulto riesce a trasformarsi dai 500 ai 1000kg di legna da ardere. Chiaramente entrambe le piante sono tipiche della mia zona, altrimenti avrei cercato e studiato altre tipologie di piante.


Quale mix avere quindi nel mio caso?
Un bosco di faggi
Innanzitutto parto dal calcolare quanti faggi mi potrebbero servire per soddisfare i miei bisogni di riscaldamento. Un faggio può essere considerato adulto solo dopo circa 40 anni. Significa che ogni anno in cui acquisterò i miei 18ql di legna, dovrò seminare o impiantare 3 faggi (da adulti, dicevamo, producono dai 500 ai 1000kg di legna da ardere). Quindi, se il mio progetto ad emissioni zero dura una vita lavorativa, circa 40 anni, il mio campo dovrà avere spazio per contenere un boschetto di circa 120 faggi da non abbattere mai. Però abbiamo necessità anche di abbattere velocemente la CO2 che emettiamo nell'ambiente e, se un pioppo dopo 4 o 5 anni riesce ad assorbire mediamente 60kg di CO2 all'anno, per arrivare ai 1000kg detti prima, dovrò impiantare almeno 17 pioppi. Quindi la logica non è quella di coltivare e poi abbattere i nostri faggi per il riscaldamento, bensì acquistare la legna già tagliata altrove e impiantarla nel nostro terreno. Non andiamo a sostituire perfettamente la pianta tolta al mondo esattamente in quel posto, considerando però che la mia legna arriva da soli 50km da casa, ritengo sia abbastanza superfluo il cambiamento di zona dove trattengo CO2. Inoltre, immagino una durata di progetto di 40 anni forfettari in quanto, sommati alla mia età di circa 30 anni, giungerò ai 70 e, se sarò ancora vivo, penso di essermi già rincretinito a quell'età. 


Quanto grande il campo da comprare?
Un pioppo o un faggio, per crescere bene dovrebbe poter disporre di circa 16mq di terreno. Ciò significa che mantenere circa 140 alberi, si traduce in circa 2.240mq di terreno, oltre a circa 50mq di orto e 4mq per l'acqua. In pratica 2.300mq. Sembrano troppi da acquistare tutti in una sola volta? Consideriamo che il primo anno, dovremo occupare solo 320mq di alberi (17 pioppi e 3 faggi moltiplicati per 16 mq), 50mq di orto e 4 mq di raccolta acqua piovana. In pratica il primo anno dovremo occupare solo 374mq. Pertanto potrei azzardare di iniziare acquistando anche un campo piccolo (800/1000mq) e più in la con gli anni acquistare un altro appezzamento che completi la parte mancante.


Il terreno è un ottimo investimento
Lo sapete che Bill Gates, è tra i maggiori proprietari terrieri negli Stati Uniti e produce tonnellate di patate per McDonald's? Non solo lui, ma anche tantissimi altri milionari hanno molti terreni agricoli nel loro portafogli di investimenti. Ok, la parte di McDonald's non è a favore del mio articolo. Ma vorrei farti focalizzare del perché uno degli uomini più ricchi al mondo abbia investito così tanti soldi nei terreni. O meglio, perché una delle società che principalmente gestisce il suo immenso patrimonio lo fa. Lo fa perché un terreno non subisce forti contrazioni o aumenti improvvisi di valore, pertanto, se voglio essere certo di avere una parte del mio patrimonio stabile e che aumenta mediamente il 2% fisso di valore medio all'anno, investi in terreni. Durante la crisi del 2008 e quella a cui andremo incontro a breve, i terreni non subiranno contrazioni per il semplice motivo che sono un bene che serve alle aziende agricole per produrre. Pertanto avranno sempre una domanda di base. Quindi il loro valore non è molto influenzato dalle emozioni di milioni di investitori come il mercato finanziario. Quello che voglio dire è che, acquistato un campo oggi, fra 10 anni molto probabilmente avrà avuto una crescita piccola ma costante del suo valore nel tempo, nel caso un giorno dobbiamo trasformarlo nuovamente in liquidi. Certo, non si venderà in uno schiocco di dita, ma nemmeno lo svenderai al 50% del valore di acquisto.


Considerazioni
Vivere ad emissioni CO2 pari a zero è realmente possibile da chiunque di noi. Spesso il costo di un prato in collina o luoghi simili, costa anche meno d 10.000€. Pertanto dobbiamo solo fare nostre alcune considerazioni che spesso non vengono minimamente prese in carico dal nostro cervello: Ha senso continuare a comprare SUV costosi quando si possono trovare auto più umili a 10.000€ in meno ed iniziare piuttosto ad investire nel nostro futuro, cioè la qualità dell'ambiente che ci circonda. Nei prossimi 4 o 5 anni, è un acquisto che mi piacerebbe fare proprio per cercare di ridurre il mio impatto ambientale. Ricordiamoci infine però, che ho valutato solo pochi elementi e molto passa sia per quali mezzi utilizziamo per muoverci, sia tutti gli acquisti che facciamo superflui alla nostra reale utilità e che aiutano solo a creare un mondo di domani sempre peggiore.

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