Vivere ad impatto zero Parte 1

23/10/2023, Appartamento mio

Vivere ad impatto zero - Parte 1

Quante emissioni emettiamo?
Qualche mattina fa, dovevo uscire per fare delle commissioni. Dovevo anche andare nel paese vicino al mio e, sebbene abbia una macchina perfettamente funzionante, ho preferito spostarmi in bici. Chi mi segue da un po' sa che vado quasi sempre a lavoro in bici, vivendo e lavorando nello stesso paese. Mentre stavo pedalando, riflettevo su quante persone muovono la macchina solo per spostarsi anche banalmente all'interno dello stesso paese. E riflettendoci sopra mi sono chiesto come sarebbe la mia giornata tipo se vivessi ad impatto zero.

Ambiente e finanza personale sono simili
Esatto, per prima cosa dobbiamo capire che questi due ambiti vanno a braccetto tra loro. Se per ottenere la propria libertà finanziaria dobbiamo imparare a ridurre le spese, semplicemente perché ci aiutano a realizzare prima il nostro obiettivo, anche per diventare meno impattanti dal punto di vista ambientale dobbiamo cercare di ridurre i nostri consumi. Concetto basilare ma spesso dato per scontato. Non dovremo stupirci quindi se, leggendo i prossimi paragrafi, leggeremo spesso di dover ridurre qualcosa, di semplificare qualcosa o semplicemente di fare a meno di cose di cui non abbiamo bisogno. Inoltre, come ottenere la libertà finanziaria non si traduce nel non avere spese, bensì avere delle rendite passive che superino le proprie uscite, anche noi nel cercare di essere ad impatto zero non possiamo considerare di vivere come dei cavernicoli, pertanto qualche minimo consumo dobbiamo averlo, ma vedremo come pareggiare il conto. Inoltre, questo mio esercizio di stile (chiamiamolo così), vuole essere non utopico bensì facilmente applicato alla nostra realtà, in questo caso, alla mia. Questo è il motivo per cui non trovare soluzioni difficili da attuare da ognuno di noi.


La località
L'ideale è vivere nella natura
Chiaramente la nostra giornata inizia dal risveglio dal letto. Ma dove ci troviamo? Chiaramente già vivo in campagna e, sebbene l'ideale per questo nostro test sarebbe quello di vivere vicino ad un bosco, anche vivere in campagna è un buon punto di partenza dove vivrei in questa giornata tipo. Chiaramente risulta molto più difficile affrontare il tema di questo post per chi vive in città, anche semplicemente pensare di vivere in un condominio o palazzina con riscaldamento centralizzato. Se dovessi immaginare di trasferirmici, perché vivo in una zona molto inquinata o comunque ad alta produzione di emissioni inquinanti, preferirei comunque cercarmi una casetta a schiera con almeno una piccola porzione di giardino, più avanti ne vedremo il perché. Basti capire per ora che una casetta a schiera è meno impegnativa nell'acquisto di una casa singola o bifamigliare, ma normalmente non ha spese condominiali o regolamenti condominiali da seguire.


Il consumo di acqua
Chiaramente la prima tappa giornaliera è il bagno. Il consumo di acqua giornaliero si attesta mediamente ai 4 litri a persona, noi siamo in due, pertanto potrei considerare 8 litri in tutto (tra acqua da bere, per cucinare, per il wc ed il lavello). Se includiamo la doccia, noi che le facciamo per abitudine lunghette, si aggiungono mediamente circa 350 litri di acqua per tutti e due al giorno. Possiamo arrotondare tranquillamente a 360 litri al giorno. Ora, se in giardino avessi una cisterna apposita, con un raccoglitore di acqua piovana, riuscirei ad autosostenermi? Nella mia zona piove (prendo il dato statistico peggiore) per circa per 800mm all'anno, cioè riesco a recuperare circa 800 litri all'anno a mq. Se volessi essere autonomo dalla rete idrica, escludendo le docce, dovrei riservarmi uno spazio di 3,65mq per essere autosufficiente. Devo dire che escludendo le docce, la cosa potrebbe essere anche fattibile. Dopotutto di tratta di un'area per capirci lunga 2 mt e larga 1,82mt (non esagerata), se dovessi includere anche le docce dovrei aggiungere circa 160mq di questo sistema. Molto meno realizzabile. La risposta più pratica, fattibile e rispettosa dell'ambiente sarebbe quindi quella di mantenere attivo l'allacciamento idrico, ma provare sistemi di riciclaggio di acqua piovana per l'utilizzo domestico. Interessante sarebbe valutare l'utilizzo di quanto raccolto dal mio tetto, di circa 40mq. Per ora mi fermo qui, perché lo studio di un sistema tale, richiede un post separato con tanto di costi per la sua realizzazione e benefici, non spesso individuabili per via del fatto che comunque disponiamo di un comodo allaccio alla rete idrica.


La colazione
Volendo vivere ad impatto zero, o almeno, questa è la nostra ambizione, dovremo evitare il latte bovino. Nel mio caso sarebbe preferibile un caffè da unire con del pane acquistato da un panificio locale ed abbinato ad una marmellata locale (o ancora meglio fatta in casa). Possiamo aggiungere anche frutta di stagione purché km zero (e con questo termine intendo raccolta dall'agricoltore vicino di casa), uova, sempre km zero, e cereali integrali possibilmente con poca lavorazione e prive di confezione. Se non si trovano, meglio optare per quelli con confezioni semplici in quanto l'involucro è stato meno soggetto ad utilizzo di inchiostri e trattamenti inquinanti. Insomma, questa colazione non sarebbe poi così male tutto sommato. Da evitare qualsiasi merendina di noti marchi confezionata singolarmente e con scadenze lunghe. Non avete idea di cosa ci buttano dentro e che processi industriali necessitano per renderle tali.


Andiamo al lavoro
Andare a lavoro in bicicletta
Dopo esserci vestiti, per il quale non mi dilungo. Vestirsi è sufficiente acquistare pochi abiti neutri che durano nel tempo. Che vadano bene in più occasioni e possibilmente derivati da materiali naturali e perlomeno di origine europea. Ricordo che questa nostra missione ad impatto zero, deve essere reale e non idealistica. Eviterei tutte quelle produzioni made in India o paesi simili. Questo è ciò che troviamo facilmente a nostra disposizione. Bene, ora andiamo al lavoro. Come ci andiamo? Beh, qui le strade si dividono. Viviamo vicini o lontani dal luogo di lavoro? Il 95% di noi, fa un lavoro generico che facilmente può essere svolto presso una qualsiasi altra azienda senza troppe difficolta e più vicina a casa se ci pensate. Io stesso, sono un impiegato e mi occupo di contabilità. Potrei lavorare in moltissime aziende. Quindi non iniziamo a pensare se questo post fosse calato per poche figure professionali che effettivamente hanno caratteristiche particolari. Un tassista per esempio non può ragionare alla stessa maniera. Sono certo che il 95% di voi potrebbe fare cose molto simili più vicino a casa. Magari sareste pagati un po' meno, questo potrei concedervelo, ma potreste eliminare il costo variabile dell'auto se lavorassimo tutti entro 3 km da casa, facilmente raggiungibili da tutti in bicicletta. In pratica, come avevo già calcolato qualche mese fa in un post dedicato, si possono risparmiare circa 150€ al mese non usando più l'auto per andare a lavoro, quindi, se la paga diminuisse di pari valore, per noi sarebbe esattamente lo stesso. Considerando che un'auto ha un consumo di emissioni e mantenimento di CO2 incalcolabile rispetto ad una biciletta. Già, ma quanto costa in termini di emissioni di CO2 una bicicletta? Mediamente per produrre una semplice city bike da usare per andare a lavoro si va dai 100 ai 160 kg di CO2 emessa. Il suo utilizzo, che normalmente consideriamo pari a zero, in realtà non lo è. Vi risparmio i calcoli, però ogni circa 5 mila km dovremo sostituire pneumatici e pastiglie dei freni. In pratica ogni km che percorriamo emettiamo circa 1,4g (quasi nulla in realtà. Un'utilitaria ibrida viaggia attorno ai 70g, mentre un'utilitaria di 10 anni va circa a 130g per km percorso). Però, se effettuiamo circa 10 km al giorno, ed attualmente sarebbe circa il doppio della mia percorrenza giornaliera, significa circa 2.600km in un anno, solo per i giorni lavorativi. Pertanto andare a lavoro in bici, causa circa 3,64kg di CO2 all'anno in maniera diretta. 


Pranzo e cena
Oltre che renderci molto più protetti da moltissime malattie, contribuire molto alla riduzione del consumo di acqua per la produzione alimentare, diventare vegetariani è la via più semplice e salutare per abbattere molto le nostre emissioni. Potrebbero anche azzerarsi nel caso avessimo un orto di nostra proprietà. Per due persone sarebbe indicato destinare circa 50 mq di orto per l'autosostentamento. Poi chiaramente si possono creare nuovi concetti, per esempio come conservare i semi delle piante per non dover più comprare le piantine dal vivaista e come poter coltivare il tutto in maniera efficiente senza dover usare fertilizzanti o simili. Però se diventassimo vegetariani con un proprio orto, potremo già considerarci ad un buon punto. Consideriamo anche l'utilizzo di una compostiera per i nostri rifiuti biologici. Insomma, potremo fare un sacco di discorsi in merito. Probabilmente questo post potrebbe fare da apripista a molti altri.


Riscaldamento e raffreddamento
Mentre per il raffreddamento, sarebbe sufficiente avere una casetta di un solo piano attorniata da due o tre grandi alberi posizionati strategicamente per fare ombra, e vi garantisco che il grosso è fatto, per il riscaldamento è tutto un altro paio di maniche. Io stesso in giardino ho 3 pini dove, in giornate primaverili in cui sotto il sole si sta al caldo, sotto ai pini si respira sempre un aria più fresca di circa 5 gradi, non male insomma. Per il riscaldamento la via meno impattante è la stufa con la legna da ardere. Una stufa riesce a riscaldare bene aree anche fino a 40mq e nel caso di case più grandi, sarebbe opportuno valutare l'utilizzo di 2 o 3 stufe. Il consumo per stufa, può essere considerato dalla mia personale esperienza in un 18ql ad inverno. Più avanti, capiremo anche come far si di azzerare questo problema. Eviterei il pellet, in quanto è un prodotto lavorato da un'industria, confezionato spesso in plastica e che viaggia molto prima di arrivare a casa nostra. Il metano lo eviterei per via della sua scarsità in natura (non è facilmente riproducibile quanto la legna) ed il riscaldamento elettrico va bene solo se abbiamo una casa perfettamente autonoma. Però una casa perfettamente autonoma ha costi spesso inarrivabili per noi comuni mortali, pertanto la soluzione stufa e legna da ardere, spesso risulta la migliore. Personalmente prendo legna da ardere alla rinfusa da un bosco a circa 50 km da casa mia. Certo, non è a km zero, però considerate che spesso la legna che si acquista genericamente arriva facilmente dall'est Europa, quindi un trasporto su gomma di tutta un'altra portata. Bruciare circa 18ql ad inverno mi fanno emettere circa 450kg di CO2 nell'ambiente. Io e mia moglie ci scaldiamo esclusivamente così. I termi non li abbiamo mai usati.

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L'energia elettrica
Purtroppo non possiamo farci molto. L'energia elettrica ci serve. Seppure sono dotato di un pannello plug&play da 0,4kwh (se c'è il sole), il mio consumo medio bimestrale è di 171 kW e considerando che ogni KW emette mediamente nella mia bolletta 0,227kg di CO2, significa che in un anno io e mia moglie siamo complici di dell'emissione di circa 466kg di CO2 nell'ambiente. Purtroppo ridurre questi valori non è semplicissimo. Potrei cambiare elettrodomestici con di migliori. Ma quale impatto creerei nella produzione elettrodomestici nuovi dismettendo altri ancora funzionanti? Il pc lo suo spesso per lavoro 2,3, 4 ore al giorno, dubito riuscire a ridurne l'utilizzo. Le cose che consumano maggiormente a casa mia comunque sono la lavatrice, il forno ed il piano cottura. Il forno in questi ultimi mesi abbiamo cercato di ridurre il suo utilizzo, però per gli altri due elettrodomestici è davvero difficile ridurre l'utilizzo senza una reale conseguenza nella nostra qualità di vita.


Lo shopping
Il miglior modo per impattare il meno possibile è chiaramente quello di evitare di acquistare tutto ciò che è superfluo. Chiaramente però qualcosa dobbiamo acquistare per fare una vita dignitosa. Abbiamo pertanto due strade da percorrere e non ce n'è una di migliore all'altra, ma ognuna va calata con ciò di cui realmente necessitiamo. La prima è quella di acquistare oggetti usati o ricondizionati. I ricondizionati sono ottimi prodotti quando si parla di prodotti tecnologici. Riportati a nuovo, ancora efficienti e funzionali, ultimamente ho acquistato dei prodotti da questo enorme mercato e spesso aiutano a ridurre fino al 70% le emissioni di CO2 rispetto al produrre da zero un nuovo smartphone, pc o altro. Per non addentrarci nel tema della difficoltà nell'estrarre le ormai famose terre rare. L'usato invece è particolarmente vantaggioso, in termini di emissioni, quando acquistiamo qualcosa soprattutto nei mercatini dell'usato che possiamo trovare certamente oggigiorno anche vicino a casa nostra e raggiungibili sempre con la nostra amata bicicletta. L'altra via, quando si parla di nuovo, è cercare di acquistare prodotti made in italy. Non solo disegnati ed assemblati, ma anche proprio con le materie prime originarie dall'Italia e, se non possibile, dall'Unione Europea. Per esempio, i materassi che acquisto per me ed i miei appartamenti in affitto, arrivano da un'azienda del mio paesino dove li producono artigianalmente e con prodotti alla fonte italiani. Certo, non sto dicendo che il tutto sia sempre conciliabile con il risparmio economico. Un materasso di questi costa mediamente il doppio di uno proveniente dall'industria classica. Ma anni fa ho fatto questa scelta per motivi di qualità del sonno, ora ne riconfermo anche per il suo minore impatto ambientale. Insomma, la scelta tra nuovo, ricondizionato o usato varia molto in base a ciò che dobbiamo acquistare. Qui calcolarne un reale costo ambientale risulta davvero molto difficile in base alle scelte di ognuno di noi. Bisogna però tenere in considerazione questo aspetto ogni volta che ci apprestiamo ad effettuare un acquisto.


Attività extra lavorative
Ovviamente nella nostra vita dobbiamo anche un po' svagarci. Come potremo svagarci riducendo al minimo il nostro impatto ambientale? Sicuramente camminare, andare in bici (come scritto prima), fare un pic-nic all'aperto in compagnia sono attività meno impattanti che svagarsi davanti ad un film o ad un videogioco. Non tanto per il consumo in se mentre un dispositivo è in funzione, ma per la produzione stessa con il relativo trasporto fino a casa nostra del dispositivo. Ok, il concetto è chiaro ma...d'inverno? Probabilmente è meno impattante giocare a scacchi (scacchi di legno, non di plastica), fare qualche bel gioco da tavolo in cartone/carta in compagnia, leggere, fare cruciverba ecc ecc. Insomma, se ci pensiamo, possiamo fare davvero tantissime attività a basso impatto ambientale. Eviterei svaghi che facilmente capiamo emettere molta co2, per esempio i go-kart, anche banalmente i petardi a capodanno o attività per cui serve un'auto per poterle svolgere (per arrivare nel luogo dove si svolgono).

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Quindi, quanto emetto in un anno?
Riepilogando un po' al volo, in un anno vissuto così emettiamo circa 3,64kg di CO2 per andare a lavoro (+100/160kg per acquistare la bici), 450kg per riscaldarmi d'inverno, 466kg per l'elettricità come minimo. Quindi in un anno, almeno circa 920kg di CO2 li emettiamo (in due persone), senza considerare lo shopping e qualche altra cosuccia. Però questi kg sono misurabili. In pratica, in questa mia giornata ideale, io personalmente emetto 1,26kg di CO2. Pochi? Tanti? Non lo so.


Considerazioni
Questo post si sta allungando troppo e purtroppo abbiamo toccato solo lo 0,1% di questo grande tema per cui potremo passarci veramente tantissimo tempo a parlarne e a discuterne. In pratica, in questa mia giornata tipo a basso impatto ambientale, io e mia moglie comunque emettiamo assieme circa 2,5kg di CO2 al giorno, dobbiamo avere almeno un orto di circa 50 mq e un raccoglitore di acqua piovana di circa 4 mq. Fra una settimana pubblicherò anche l'idea da me pensata per risultare totalmente ad impatto zero per l'ambiente. Abbiamo visto che non è possibile vivere emettendo zero emissioni, per un fatto puramente naturale, ma cosa potremo fare per aiutarci ad esserlo se non addirittura essere nella posizione di poter ridurre l'inquinamento ambientale? Lo scopriremo lunedì prossimo

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